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martedì 21 febbraio 2012

Review: Age Of X


Con calma, ci arrivo anch'io. L'ho letto tutto d'un fiato, questo Age of X, e son pronto a dire quel che penso. 
Un evento passato forse un po' in secondo piano a causa del megaevento Fear Itself, ma che sembra essere una tappa fondamentale verso la ribalta degli X-Men grazie a tutto ciò che bolle in pentola per loro.
Andando dritti al punto, Age of X è un buon prodotto, con trovate interessanti che rendono la lettura piacevole e scorrevole, e riesce a mantenere il tutto su livelli piuttosto buoni, senza comunque, purtroppo, mai raggiungere un pathos sconvolgente. 
La trovata migliore è sicuramente quella di giocare sulla solita trovata della realtà alternativa, per poi scoprire che in realtà tutto si svolge in continuity con l'universo Marvel ufficiale: un'idea ambiziosa e progettata con estrema cura e credibilità, che provocherà sicuramente forti ripercussioni sullo status quo mutante attuale. Il mondo in cui ci si ritrova e, purtroppo, forse la più grande pecca dell'intero progetto: il classico mondo post-apocalittico che si ritrova in tutte le riletture del futuro mutante. Abbiamo tutti i cliché del caso: mutanti braccati e messi alle strette contro un'umanità in netto vantaggio, pronta a tutto per distruggere tutta la razza dal gene x, una perenne atmosfera di sconforto e disillusione palpabile, macerie, guerre continue, morti a go-go ecc... non si aggiunge nulla a ciò che, in ogni variante e causa, sembra essere un futuro cupo e impossibile per i mutanti. Nel caso di Age of X infatti tutto ciò si ripresenta, riprendendo esplicitamente e omaggiando l'eredità delle più famose Ere di Apocalisse degli anni indietro, cercando comunque di attualizzare il tutto per riuscire a scrivere un nuovo passo nella storia mutante.
La cosa migliore dell'intera storia sono le riletture dei personaggi, che risultano credibili, profonde e a tratti addirittura migliori della caratterizzazione originale: Rogue (in questo caso, Legacy) diventa l'erede delle memorie di tutti i mutanti morti, raccogliendone le storie quando questi sono in punto di morte. Ciclope (chiamato Basilisk) è stato imprigionato ad Alcatraz e usato come boia per giustiziare altri mutanti, mentre Wolverine è un mutante completamente fuori gioco che gestisce un bar dopo essersi iniettato un virus distruggi-mutanti per garantire la sopravvivenza precaria della sua specie. Cambiano i nomi, i ruoli e le identità, a volte in maniera così netta e profonda che alcuni personaggi possono risultare anche irriconoscibili. Il lavoro sui personaggi è quindi decisamente migliore di quello fatto sull'ambientazione, anche se alcune relazioni e motivazioni non sono sviluppate in profondità. È quindi un peccato che non si aggiunga fondamentalmente nulla alle varie riletture di storia mutante e di mondi in cui gli X-Men non sono mai esistiti e quindi non sono riusciti a proteggere la razza e l'umanità stessa, anche se la storia rimane comunque interessante per la peculiarità di essere, nonostante tutto, in continuity. La vera potenza  mi auguro infatti che la si potrà notare nelle ripercussioni che tutto il casino provocato dal ritorno alla realtà porterà. Se ne può avere un assaggio già dalle ultime pagine della vicenda stessa, con un triangolo amoroso pronto ad esplodere tra Ciclope-Emma (imprigionata durante le vicende di Age of X come tutti i telepati)-Frenzy (sposata con Ciclope nel nuovo universo). 
Cosa porterà tutto ciò ancora non si sa... anche se, in vista di Scisma, si può intuire...
Vivo Age of X come una nuova iniezione di linfa mutante all'interno delle trame, tutte sull'allerta in vista di eventi ancora più grossi.
Ci si riaggiorna una volta lette le conseguenze!

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